RASSEGNA STAMPA

IL GIORNALE - Solo dieci black bloc hanno devastato Genova E si lamentano pure

Genova, 10 ottobre 2009

Processo G8
Solo dieci black bloc hanno devastato Genova E si lamentano pure
Il prestigio dello Stato vale appena 23mila euro
Ma la sinistra insulta i magistrati e la sentenza

Le sentenze s ipossono calpestare. La magistratura può essere accusata della peggiore partigianeria e collusione ai poteri forti. La prescrizione è una gran bella cosa e serve a fare giustizia. Il prestigio dell’Italia e delle sue istituzioni vale al massimo 23mila euro. È quanto emerge dalle reazioni alla sentenza emessa ieri dalla Corte d’Appello di Genova al processo nei confronti dei noglobal accusati di devastazione e saccheggio e delle violenze di piazza durante il G8. Di 25 imputati, e condannati a vario titolo in primo grado, ne sono stati assolti 15, e condannati a pene più severe solo 10. Eppure da quelle stesse parti politiche che spesso inneggiano alla santificazione della magistratura e all’insindacabilità di qualsiasi suo giudizio, adesso arrivano insulti e attacchi ai giudici di Genova, colpevoli di aver ritenuto comunque responsabili almeno dieci persone. Persone che peraltro di quelle violenze non si sono mai pentite e che anzi si sono dette «fiere di aver partecipato» a quella guerriglia del luglio 2001. (...)

DOPO LA SENTENZA G8
La sinistra scopre che i magistrati si possono insultare
La prescrizione salva «l’uomo della trave», ma arrivano parole pesanti contro i giudici

(...) Innanzitutto le prescrizioni. Molti degli imputati non dovranno più scontare alcunché, non dovranno mai rispondere di quanto hanno fatto aGenova e ai genovesi per la sopravvenuta prescrizione, quell’istituto della giustizia italiana che prevede che un cittadino non possa essere tenuta in balìa della magistratura per sempre. Quell’istituto che però significa colpevolezza certa se fa cadere ad esempio le accuse nei confronti di Berlusconi.
Tutto bene, invece se manda libero Massimiliano Monai, per tutti «l’uomo della trave», colui che insieme a Carlo Giuliani assaltava la camionetta dei carabinieri in piazza Alimonda e che al processo doveva rispondere anche dell’assalto e del conseguente incendio di un furgone carico di carabinieri che in corso Torino hanno rischiato di bruciare vivi.
Accuse sostenute anche da fotografie clamorosamente nitide che immortalavano Monai da ogni angolazione. Per lui, come per altri imputati la condanna è arrivata oltre tempo massimo. E viva la giustizia. Abbasso invece la giustizia che si è ostinata a condannare dieci black bloc. «Questa non è una sentenza è una vendetta», ha sussurrato rispettosa Haidi Giuliani. «Una mostruosità giuridica in cui versa il diritto e la politica nel nostro paese», ha applaudito la magistratura Vittorio Agnoletto. «Sono sanzioni inflitte dagli stati autoritari contro i dissidenti», si adeguano senza reagire quelli del comitato «Piazza Giuliani». «Condanne abnormi, i giudici hanno usato due pesi e due misure»,chiosa con un lessico tutto giuridico l’avvocato Laura Tartarini. Mentre Giuliani padre si accontenta di definire il tutto «una sentenza difficile da digerire, difficilmente comprensibile perché per compensare che alcuni imputati hanno dovuto essere assolti per prescrizione, i giudici hanno elevato le pene per altri a livelli direi incompatibili». «I processi genovesi sono processi politici»,sentenzia Rifondazione.
Nessuno ha invece messo in discussione la parte più «curiosa» della sentenza. L’Italia, lo Stato, vale si e no 23mila euro. Anzi, lo vale solo se sommato alla Banca Carige e a un privato cittadino. Tutte le parti civili che si erano costituite in giudizio per i danni subiti durante le devastazioni sono stati risarciti con 23mila euro. Non solo le vetrine delle banche, ma anche i danni al carcere e soprattutto quelli all’immagine internazionale dell’Italia valgono ben poco. Secondo la sentenza, l’immagine dello Stato non sembra conti un granché. E una sentenza si deve accettare. A volte.

Diego Pistacchi